La tradizione rinnovata del Made in Italy Kiton che fa la differenza: Mariano e Walter De Matteis raccontano KNT
Incontriamo Mariano e Walter De Matteis, gemelli da poco trentenni e terza generazione dell’azienda di moda sartoriale Kiton, nel bellissimo quartier generale di via Pontaccio a Milano. Fashion, arte, lusso e cura sono le componenti che caratterizzano l’atmosfera, rendendola unica. Non è possibile trattenersi dal toccare i capi appesi e sorprendersi per la morbidezza e la leggerezza dei filati e delle pelli, il taglio morbido eppure definito delle giacche e le numerose tonalità di colori e texture di cui si è circondati. Ogni cosa rappresenta la perfetta sintesi della sartorialità italiana che sa rinnovarsi di continuo senza perdere il contatto con le proprie origini.
Il racconto del marchio Kiton attraverso gli occhi della nuova generazione, Mariano e Walter De Matteis
D: Kiton è un brand che sa rinnovarsi, la vostra presenza qui ne è una dimostrazione.
&WDM: Siamo entrati in azienda 10 anni fa, giovanissimi, e per i primi tre o quattro anni abbiamo seguito praticamente come ombre nostro padre Antonio. Siamo stati 6 mesi a New York e poi 6 mesi a Londra, sempre in macchina, sempre con lui, non ci lasciava mai soli! Abbiamo imparato il mestiere vedendo nostro padre Antonio all’opera, guardando, ascoltando e immagazzinando ogni sua parola e gesto. È stato uno straordinario maestro perché ha saputo trasmetterci i valori che danno vita al brand Kiton, valori che abbiamo respirato fin da piccoli naturalmente, ma di cui oggi conosciamo a fondo l’importanza e la potenza).
D: Che praticantato avete fatto?
M&WDM: Siamo passati attraverso tutti i dipartimenti perché è indispensabile conoscere non solo come vengono ideati e confezionati i capi Kiton, ma anche la rete di relazioni professionali che sta dietro a ogni collezione e che comprende fornitori, clienti, agenti… Abbiamo avuto il privilegio di studiare sul campo e di poter fare tutte le domande direttamente agli interessati. È stata una grande esperienza. I primi passi in azienda li abbiamo fatti nel magazzino dei tessuti, il luogo che più di tutti identifica Kiton e le sue radici, poi siamo passati a studiare come venivano realizzate le giacche e ci sono voluti mesi prima che familiarizzassimo con tutti i passaggi.
Solo quando nostro padre ha avuto la certezza che fossimo pronti, ci ha lasciato maggiore libertà di azione. Oggi, che ci possiamo dire entrambi più esperti, continuiamo il nostro dialogo con lui perché è e resta il nostro punto di riferimento su ogni materia, dagli aspetti commerciali a quelli creativi. Io (Mariano) mi sento più portato per gli aspetti commerciali, mentre Walter ha maggiore predisposizione per le collezioni, ci completiamo.
D: Cosa vi portate dietro degli insegnamenti di vostro zio Ciro Paone, il fondatore?
M&WDM: La qualità e il rispetto per tutti, sempre. Ci è stato insegnato il valore dell’educazione come chiave per interfacciarci con il mondo, a non fermarci mai agli stereotipi o a ciò che abbiamo fatto in precedenza. A quest’ora non ci saremmo più, avremmo finito.
Qualità e Made in Italy per un dialogo interculturale
D: Chi sono i vostri interlocutori?
M&WDM: ci interfacciamo quotidianamente con tante persone dell’azienda, gente che ci ha visto crescere, e che ora condivide con noi il proprio sapere e poi con i fornitori, ma anche con chi fa ricerca e sviluppo e con i clienti. Moltissime persone, insomma.
D: Chi sono i vostri fornitori?
M&WDM: sono tutte aziende italiane con cui Kiton intrattiene rapporti di lunga data. Non potremmo dirci un’azienda del Made in Italy se lavorassimo con aziende non italiane. Non si tratta di una forma di snobismo, ma del fatto che qui troviamo davvero il meglio, per esempio, in termini di tessuti, ma anche di lavorazioni e soluzioni innovative, la stessa cura per i dettagli che mettiamo noi nell’ideare e realizzare i nostri capi. Il mondo dei tessuti italiani è fantastico, c’è una ricchezza che non esiste da nessuna altra parte del mondo. Noi stessi siamo produttori di tessuti di qualità con il nostro lanificio Carlo Barbera di Biella.
D: Kiton vende in tutto il mondo, che valore ha il Made in Italy per i vostri clienti?
M&WDM: Ciascuno attribuisce al Made in Italy un valore diverso in base al Paese di provenienza; il concetto di “fatto in Italia” non è unico come si tende a credere, ciò che davvero conta è che si tratta di una definizione che va riempita di valore giorno dopo giorno, puntando sul massimo della qualità e della serietà, altrimenti resta una semplice etichetta. A fare la differenza è la qualità, quella la capiscono a ogni latitudine toccando i capi Kiton.
Anticipare i trends: il segreto del successo della linea KNT
D: Che cosa cercano oggi i clienti?
M&WDM: La qualità, come abbiamo appena detto, ma anche un nuovo modo di vestire, meno formale e ingessato, più comodo e facile. Le nostre giacche sono ormai tutte destrutturate, ma la loro sartorialità resta evidente nel modo in cui vestono e cadono; lo stesso possiamo dire per i pantaloni e gli altri capi. I clienti quando toccano sentono la differenza rispetto ad altri brand, quel qualcosa in più dato dal tessuto e dalla lavorazione fatta interamente a mano. Per questo facciamo sempre provare i capi ai nostri clienti, perché li sentano.
Si va verso una maggiore informalità senza rinunciare ai tessuti preziosi, agli abbinamenti tra materiali ricercati, ai dettagli che fanno la differenza. La pandemia, poi, ha accelerato questo trend, spingendo anche chi vestiva in maniera più formale a scegliere capi più confortevoli e easy.
D: Voi avete anticipato questo trend con la linea KNT.
M&WDM: Sì, è la nostra linea e ne andiamo particolarmente fieri. Tre anni e mezzo fa abbiamo presentato l’idea di KNT (Kiton New Texture) a nostro padre e lui ci ha dato credito, purché non venissimo meno ai valori del brand Kiton. Successivamente, abbiamo avviato una collaborazione con il Politecnico di Milano: da questa è nato il concept per lo stand di Pitti uomo di gennaio e l’ultimo di un nuovo tessuto tecnico che abbiamo utilizzato per alcuni capospalla.
KNT è una linea che punta tantissimo sulla ricerca tessile declinata su capi più sportivi e disinvolti, ispirati alle architetture delle grandi città e alla cultura metropolitana. Abbiamo voluto provare a lavorare i filati Kiton con macchinari diversi da quelli tradizionali per ottenere effetti grafici e texture inediti. KNT è una linea più minimale nelle forme, nei colori e anche nei volumi per unire versatilità, praticità e dinamicità. È stata una scommessa vinta, KNT è stata accolta molto bene dai clienti, conquistandosi l’apprezzamento non solo di una clientela più giovane, ma riuscendo anche a entrare nei guardaroba dei clienti Kiton più tradizionali perché ritrovano la stessa cura maniacale per i dettagli e la medesima qualità dell’azienda madre. I mercati in cui stiamo andando meglio sono gli Stati Uniti e l’Asia, ma stiamo crescendo molto anche in Russia, poi arriverà anche l’Europa con l’Italia. Per ora non ci sono negozi monomarca KNT, ma corner da Bergdorf Goodman e negli store Kiton.
D: A proposito di guardaroba, che cosa c’è nei vostri?
M&WDM: Al momento ci sono solo capi KTN, ci assomigliano in tutto e per tutto, ci piace indossarli perché sono l’espressione di come intendiamo noi la moda oggi e perché contengono l’essenza di ciò che Kiton è.