TOSCANINI, green as a state of mind

TOSCANINI, green as a state of mind

Toscanini for nature

Con Federica abbiamo parlato di sostenibilità. Per l’azienda questo non è un argomento “dovuto”, uno di quei temi di cui bisogna parlare perché di moda. Si tratta, al contrario, di un tema caro a Toscanini almeno fin da quando il piccolo laboratorio di falegnameria nato in Valsesia nel 1920, si è trasformato in una vera e propria impresa familiare alla fine degli anni ’40. Complice una cultura più propensa a riutilizzare, adattandoli, gli oggetti usati e la difficoltà di approvvigionamento di materie prime del dopoguerra, Ettore Toscanini ha applicato il suo ingegno, per esempio, al recupero e riutilizzo degli scarti di lavorazione o alla messa in opera di macchinari che impiegavano componenti meccaniche provenienti, per esempio, da un carro armato abbandonato e brillantemente riadattate. Ci sono aneddoti, certo, ma ci sono soprattutto fatti a sostanziare l’approccio green dell’azienda Toscanini e di questi abbiamo soprattutto discusso con Federica all’indomani del lancio del logo Toscanini for Nature.

Toscanini for Nature come simbolo di sostenibilità dell’azienda

D: Che cosa significa il logo Toscanini for Nature

FT: La sostenibilità è una delle componenti più radicate nel nostro brand. Da sempre siamo impegnati a ridurre i nostri consumi di energia, a riciclare attivamente i materiali di scarto e ad attuare scelte eco-consapevoli rispetto a vernici, solventi e materiali potenzialmente dannosi. Sentivamo che la creazione di una declinazione «green» del nostro marchio fosse coerente con la nostra storia e auspicabile per dare maggiore visibilità alle iniziative in cui siamo impegnati.

D: Approfondiamo il concetto di sostenibilità.

FT: Intendiamo la sostenibilità come un impegno a tutto campo che non riguarda soltanto il “non inquinare”, ma l’assumere e mantenere atteggiamenti rispettosi delle persone, delle comunità e naturalmente dell’ambiente. Quando anni fa, molte aziende dislocavano la produzione in Paesi in cui la manodopera era più conveniente o sceglievano la Cina per le forniture, noi abbiamo tenuto duro e abbiamo mantenuto la produzione a Isolella. Lo dovevamo alla nostra storia, alle persone che lavorano con noi e che conosciamo una per una e all’idea che il “Made in Italy” non sia una semplice etichetta, ma un concetto da onorare e in cui riconoscersi. Sarebbe stato certo più conveniente andare altrove, ma avremmo perso di vista ciò che siamo, la qualità dei nostri prodotti, il piacere della creazione e della cura di ogni passaggio per arrivare al prodotto finito. Non saremmo più stati “sostenibili”.

C’è anche un altro aspetto importante che appartiene alla sostenibilità: la qualità che genera bellezza. L’utilizzo onesto di materiali di qualità dà vita a oggetti che durano nel tempo, che sono belli oggi e domani e si prestano perciò a essere tramandati, a diventare trasmettitori di ricordi, di storie e a essere esempi virtuosi di cose fatte come si deve.

 

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I valori green legati al territorio della Valsesia

D: Con il territorio c’è un forte legame, si sente

FT: Sì, è così. Siamo nati e cresciuti qui, in Valsesia ci sono le nostre radici e sentiamo di condividere con le persone di questi luoghi l’amore per la bellezza e il piacere di lavorare prendendoci cura dei dettagli, una semplicità che è armonia in sé, rispetto per ciò che ci circonda. A partire dagli anni ‘80, nostro padre Ettore ha recuperato diverse centrali idroelettriche dismesse e le ha rese nuovamente efficienti, un modo di creare lavoro, produrre energia pulita e preservare il territorio. Noi abbiamo proseguito la sua opera, per esempio, realizzando la centrale idroelettrica all’interno del parco del Santuario di Oropa, un’area sottoposta a vincoli ambientali e paesaggistici in quanto tutelata dall’Unesco. Un progetto delicatissimo e perfettamente integrato, che ha reso il nostro stabilimento indipendente dalla rete pubblica e il cui surplus di energia è a disposizione della comunità. Aggiungo che una parte dei proventi della produzione energetica sono stati devoluti al Santuario per il restauro delle cappelle, un altro modo di fare la nostra parte.

D: Poi ci sono i grandi silos verdi, antesignani del tag di geolocalizzazione per chi arriva in Valsesia…

FT: È vero! I due silos in cui raccogliamo segatura e trucioli provenienti dalla produzione si vedono a grande distanza e in qualche modo guidano chi attraversa la valle. Anche quelli sono frutto di un’intuizione di nostro padre, che li ha progettati e realizzati per riutilizzare i materiali di scarto per riscaldare lo stabilimento. Aggiungo anche un aneddoto simpatico: negli ’70 abbiamo sperimentato uno dei primissimi esempi di economia circolare vendendo la segatura di faggio ideale per l’affumicatura, alla Salmon Company, un’azienda alimentare di trasformazione del salmone. Per diversi anni, l’azienda ci regalò ottime scatole di filetti di salmone, una prelibatezza allora rara e costosa.

L’arte dall’anima green dei portabiti Toscanini

D: La tecnologia è d’aiuto quando si parla di sostenibilità?

FT: La tecnologia e l’innovazione sono due componenti essenziali per noi. Se da un lato alcuni passaggi sono ancora eseguiti a mano perché solo il tocco sa dire se una superficie è liscia e levigata come dovrebbe, dall’altro la tecnologia ci permette di industrializzare forme che altrimenti non sarebbero possibili e a utilizzare i materiali al meglio.  Per i nostri portabiti impieghiamo legno proveniente da foreste gestite in modo responsabile, ma anche i trattamenti a olio, le cere naturali e le vernici a base acqua ci permettono di utilizzare l’80% in meno di solventi e di ridurre così gli scarti di residuo. Queste soluzioni sono il frutto di una ricerca continua che non smette di appassionarci.

Inoltre, seguiamo un sistema organizzativo basato su regole condivise in base al sistema del LEAN management, l’organizzazione snella, che mirano a evitare sprechi dovuti a errori di produzione e di gestione. Un processo che ci è valso la certificazione UNI EN ISO090001 e che ha coinvolto tutti i livelli aziendali.

D: Anche il sostegno a progetti artistici è una forma di sostenibilità

FT: Lo è perché con il nostro contributo sosteniamo progetti di giovani artisti emergenti e favoriamo la fruizione dell’arte da parte di un numero maggiore di persone. Per il nostro centenario, per esempio, abbiamo chiesto a 5 artisti di realizzare un’opera che avesse come tema di partenza il portabito e che interpretasse i valori aziendali e lasciando loro piena libertà di interpretazione. Le opere che hanno realizzato, diversissime tra loro e tutte davvero sorprendenti, sono state esposte alla mostra Borderline Arte Festival 2020.

D: Torniamo quindi al logo Toscanini for Nature

FT: È il suggello del lungo percorso verso la sostenibilità di tutte le nostre attività iniziato con nostro padre e che noi proseguiamo. Posso dire con un po’ di fierezza che ce lo siamo guadagnato, ma anche che continueremo a lavorare sodo per meritarcelo anche in futuro.

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